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L'Associazione Le Città Visibili ha visitato la cittadina di Rogliano
Attualità

L’Associazione Le Città Visibili ha visitato la cittadina di Rogliano

07 Giu 2025
redazione Corriere di Lamezia
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L’Associazione Le Città Visibili ha visitato la cittadina di Rogliano: ancora una volta, un luogo di cui si parla troppo poco, facilmente raggiungibile e di cui serberemo un ricordo indelebile. Accolti dalla guida Alessia Marasco e dall’affabile vicesindaco Francesco Altomare, apprezziamo fin da subito una delle meraviglie del luogo: l’attuale Museo di Arte Sacra, con pianta a croce greca, ricco di manufatti che erano conservati nell’ex Convento dei Cappuccini.

Abbiamo ammirato tele suggestive, uno splendido ciborio in legno e madreperla costruito da uno dei frati del tempo, all’interno di una struttura in mattoni a vista, alquanto originale, visibile solo dagli anni 90 dello scorso secolo a seguito della rimozione di un soppalco. Alessia, ci racconta un po’ della storia di Rogliano, Rublanum terra rossa, e delle sue origini antiche, delle famiglie nobili che hanno impreziosito la città con i loro palazzi maestosi. Apprendiamo che Rogliano ha una data cruciale, 1638, in cui un potente terremoto rase al suolo quasi tutto il paesino con numerose vittime. Ci parla degli abili scalpellini denominati “Sciardari” e degli intagliatori del luogo, la cui maestria si può apprezzare ovunque, sulle facciate delle dodici (o tredici) chiese, su ogni portale delle case. L’arte dei maestri Roglianesi la troviamo in diversi luoghi della Calabria come Cosenza, Catanzaro, Fiumefreddo Bruzio fino al Palazzo Reale di Napoli. Ci legge una poesia in vernacolo, ricca di autoironia, di Vincenzo Gallo, ricordato come “U Chitarraru”, proprio nel vicolo dove visse l’artista. Incamminandoci lungo Corso Umberto, ci fermiamo davanti ad una lapide in ricordo del Roglianese Donato Bendicenti, antifascista morto nelle fosse ardeatine. Lungo il Corso, ci parla delle interessanti opere che costituiscono un percorso di Arte contemporanea, con sculture dense di significato e legate alle tradizioni roglianesi: il Museo all’aperto, il MISAR, nato da un simposio di Arte a cura della Associazione G. Montoro in collaborazione con l’amministrazione comunale. Passiamo davanti a palazzo Morelli e arriviamo davanti all’antico Campanile e alla Chiesa di San Giorgio, monumento Nazionale nel rione Donnani, ricco di leggende.
Dopo le chiese di San Domenico (in compagnia di un giovanissimo appassionato di storia ,Giovanni Reda )e dell’Annunciata, restiamo letteralmente soggiogati dalla bellezza del Duomo di San Pietro: una facciata ricca di simboli, ad opera di Nicolò Ricciulli, e un interno mozzafiato, con stucchi a profusione, su uno sfondo di un delicato colore celeste. Una statua dell’Immacolata Concezione, di rara bellezza, attrae il nostro sguardo. Del resto, Rogliano è protetta proprio dall’Immacolata. Un altro luogo iconico è il vicolo dell’Annunciata, con le sue tegole marsigliesi dipinte. Nato per iniziativa di Adriana Castellotti, con l’ausilio di tanti artisti entusiasti, è un caleidoscopio di colori e suggestioni. Alessia, oltre a mostrarci la bellezza del paese ci parla anche dell’importanza che ogni cittadino dovrebbe avere nel prendersi cura del proprio territorio attaverso le parole di Vito Teti, Corrado Alvaro e Pasolini. Soffermandosi sul concetto di Restanza ,apprendiamo a pieno il senso di appartenenza e l’amore della nostra guida per Rogliano. Il pranzo al ristorante “Jumecitu” ,gestito dai due giovani fratelli Antonio e Francesco Falbo, è stato anche un’ulteriore sorpresa: un panino al polpo, specialità del locale, ci ha deliziati in una cornice sobria,elegante e moderna, con un servizio impeccabile. Abbiamo avuto modo, oltretutto, di gustare il vino dell’Azienda Colacino di cui la nostra guida ci aveva parlato ,ricordando la visita che Mario Soldati fece qui a Rogliano, dicendo che il Barolo sta a Cuneo come il Britto sta al Savuto. Nel pomeriggio, con Serena Le Rose, volontaria dell’Associazione Rublanum, partendo dall’opera dell’artista Vesod, andiamo a spasso per Cuti, il secondo centro storico di Rogliano, per ammirare e interpretare i murales che lo impreziosiscono, integrati perfettamente nei colori e nello stile del paesaggio urbano. Cuti, è un importante rione Roglianese, con una storia viva ed interessante come le famose “miunciane chine” (melanzane ripiene) che aspetteremo di assaggiare la prossima volta. La nostra guida Alessia ci ha, poi, condotti nel laboratorio di Sandro Sottile, appassionato costruttore di zampogne e pipita Calabrese, oltre ad essere cantautore, che ci ha avvinti con la sua musica e conquistati con la sua narrazione di questa arte antica. Per finire la visita a Rogliano, ci spostiamo per visitare la Tenuta Bocchineri, con la sua iconica casetta sull’albero, i daini in libertà (ognuno di essi ha un nome!), il terzo albero più bello d’Italia, una maestosa quercia, una panchina gigante, il tutto immerso in un paesaggio incantevole. A pochi passi, ulteriore incontro interessante: con Telemaco Tucci, ceramista di grande spessore, anche lui (c’è da dirlo?) pieno d’amore per la sua arte e terra. Per finire, accolti da Pina Oliveti, visita al celebre Forno Cuti, con annesso Museo del Pane. In omaggio a Manzoni “assaliamo” gli ottimi prodotti sfornati disponibili, portando con noi grandi quantità di pane, dall’irresistibile profumo, come se non ci fosse un domani. Siamo pronti a tornare a Rogliano, denominata la capitale del Savuto, per visitare i molti luoghi attualmente in restauro, per rivedere la nostra splendida guida, molto brava e sensibile, e per ringraziare il sindaco Giovanni Altomare per il gelato che ha voluto offrirci, nella migliore tradizione calabrese di accoglienza e grande ospitalità.

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