Il Punto/ Lamezia Terme ed il diritto alla mobilità

Lamezia, il caos regna sovrano e la città è immobile

di Marco Foti – A Lamezia Terme il Trasporto Pubblico Locale è una chimera, la mobilità sostenibile è un concetto astratto, la Smart Mobility è una marca di cioccolatini.

Nelle città del futuro, che in buona parte dell’Italia hanno già preso forma ma non è il caso di Lamezia Terme, la “smart mobility” rappresenta uno dei temi da sviluppare per rendere l’ambiente urbano più rispondente ai cittadini, puntando ad offrire una mobilità sicura, flessibile, integrata e conveniente, da più punti di vista. In questi termini Lamezia Terme è una città accessibile ai servizi di Trasporto Pubblico Locale? Vi siete mai avventurati nell’utilizzo degli autobus di Lamezia Multiservizi?

Tra autobus di diversa colorazione e livrea, fermate non segnalate, paline e pensiline wanted, il servizio di trasporto fa acqua da tutte le parti. Non è dato sapere orari e percorsi, non è possibile riconoscere il mezzo di trasporto pubblico.

Le informazioni sul trasporto pubblico, ripeto “pubblico” ovvero sovvenzionato con fondi pubblici che derivano dal pagamento dei contribuenti (la Regione Calabria trasferisce a Lamezia Multiservizi 1,5 milioni di Euro/anno per l’erogazione dei servizi di TPL), a Lamezia Terme sono riportate nel sito lameziamultiservizi.it, all’interno di una pagina dedicata (Trasporti), con l’elenco degli orari delle linee da scaricare in formato pdf. Quando si dice digitalizzazione, user friendly, MaaS, e così via dicendo.

E pensare che i presupposti ci sono tutti: città di medie dimensioni, territorio che si presta ad essere collegato con mezzi anche di grandi dimensioni, percorribilità adatta anche ai bus extraurbani, aree di scambio per il trasbordo dell’utenza. Invece, cosa succede?

Prendiamo un semplice esempio. Un giovane studente vive nell’area residenziale di Sambiase, è un giovane attento al rispetto dell’ambiente, del bene pubblico, quindi sceglie di raggiungere il polo scolastico della città con i mezzi pubblici. Bene, inizia ad organizzarsi.

Consulta gli orari sul sito di Lamezia Multiservizi, esplora le pagine, disamina il percorso delle linee che possono fare al suo caso, dounlowda gli orari in pdf, non riesce a leggerli su smartphone, si collega con il pc. Ad una prima lettura decide di utilizzare i servizi delle linee 11 e 12, scarica i relativi orari. Inizialmente non capisce quali siano gli orari di andata e ritorno ma poco dopo legge la sequenza delle fermate ed intuisce che si tratti di una linea circolare, ovvero il capolinea di origine e destinazione è lo stesso. Verifica quale sia la fermata da poter utilizzare.

Orbene. Vi sono tre possibilità. Alle 7.05, con arrivo alle 7.15 (troppo presto), alle 7.25 con arrivo alle 7.35 (ottimo), alle 7.50 con arrivo alle 8.00. Mi domando e lo faccio altrettanto ai lettori ed agli esperti che curano il trasporto pubblico a Lamezia Terme. Avete mai percorso in un giorno feriale le strade cittadine da Sambiase verso Nicastro negli orari di punta mattutina? Ritengo che sia operativamente impossibile prevedere un tempo di percorrenza di 10’. Ma questo è il meno in quanto se il giovane decide di recarsi alla fermata in corrispondenza di una alternativa si imbatte nella triste realtà, ovvero. Il bus passerà dalla fermata? Ed a che ora?

In contesti diversi ovviamente queste domande sono superflue: app, paline intelligenti, AVM a bordo dei mezzi, infomobilità diffusa per le città. A Lamezia Terme è diverso, non è possibile usufruire di servizi che oggi la tecnologia mette a disposizione. L’impiego, ad esempio, della “sharing economy” può certamente rendere più sostenibile politiche di mobilità attraverso l‘applicazione di nuove formule di servizio che prevedono la condivisione dei mezzi (privati e pubblici) a supporto del TPL per «pro – muovere» servizi ad utenti che difficilmente potrebbero essere soddisfatti con i servizi tradizionali.

La verità è che il concetto di un “sistema di mobilità” a Lamezia non è stato mai espresso, al netto della vetusta idea di città conurbata tra i tre poli urbani, oggi risultante di una assente politica di urbanizzazione. In questo caso è opportuno una rivisitazione dell’assetto trasportistico (lo riporta il vecchio PSC), unitamente alla realizzazione di nuovi sistemi per la mobilità nelle aree periferiche della città, oggi completamente staccate dal contesto urbano.

L’attenzione che segnalo a questa Amministrazione è riferita al necessario ridisegno dei servizi di mobilità in modo da rendere Lamezia più accessibile. In tal senso è indubbio che questa Amministrazione, per il poco tempo che resta, ed a quella che verrà per i prossimi cinque anni, debba lavorare intensamente sui temi del TPL, della mobilità sostenibile e della smart mobility. Occorre superare i limiti fin qui dimostrati nel porre decisione e continuità, destinare risorse umane e finanziarie, individuare priorità da affrontare anche sul tema della fruibilità urbana sia in modo generalizzato sia con particolare riguardo ai giovani che si affacciano ai servizi di trasporto pubblico che, ricordo, è un bene pubblico ed indifferibile.

Pugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel settore di competenza. Presidente della Commissione “Trasporto Pubblico Locale e Mobilità Sostenibile” dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.