Il Piano Strutturale Comunale (PSC) di Lamezia Terme disegna un quadro desolante della città, lo sappiamo.
“Le difficoltà emergenti su versanti come quelli dell’identità urbana, del disordine insediativo, delle fragilità del sistema ambientale vanno superate per riproporre le condizioni di uno sviluppo ragionato, appropriato e compatibile e per far emergere le condizioni utili a far decollare le molte opportunità di cui il territorio di Lamezia Terme sembra ancora di poter disporre, nel breve come nel medio e lungo termine”.
Le avvertenze dei tecnici riportate nel PSC, entrato in vigore nel dicembre 2023, evidenziano una città slegata, connotata da difficoltà di rete, ma anche da specifici punti critici, oltre che di una scarsa coerenza nei rapporti tra il sistema insediativo ed il sistema relazionale.
Dobbiamo ripartire da queste criticità e fare in modo che la prossima Amministrazione intervenga nei prossimi cinque anni, diversamente si corre il rischio dell’isolamento, più di quanto avviene oggi a causa della presenza dei nostri tre grandi nuclei urbani isolati e non raccordati, che costituiscono di fatto il “problema” a Lamezia”.
È plausibile pensare ad interventi ed azioni che consentano di contestualizzare meglio le riflessioni attorno all’identità locale ed alla cultura dei nostri centri, integrando aspirazioni e sensibilità affini presenti nei nuclei urbani indipendenti, eliminando di fatto l’isolamento dei quartieri e la loro distanza. La città, se deve assumere una identità “regionale” come riportato nel PSC, deve essere vista in prospettiva inversa a quella attuale, attraverso le sue parti, i suoi problemi specifici (infrastrutturali), le sue esigenze locali di collegamento secondo un sistema di mobilità oggi assente a Lamezia, proiettando l’opportunità di spostamento dei cittadini in tutta la scala comunale e di area vasta.
Non dobbiamo dimenticare le aree maggiormente periferiche e a minor domanda (mi riferisco alle tantissime località collinari e montane di Lamezia dove risiedono, complessivamente, migliaia di cittadini, e che devono avere la possibilità di spostarsi con i mezzi pubblici) attraverso il ridisegno dei collegamenti da/per i tre nuclei urbani, le aree esterne ed interne della città.
L’offerta di trasporto ed i servizi multimodali costituiscono l’elemento fondante dell’inclusione sociale. Le soluzioni ci sono, le risorse anche.
Tocca alla prossima Amministrazione far sì che Lamezia diventi realmente una città piuttosto che un insieme di località sparse sul territorio e non raccordate.
Marco Foti
Pugliese di origini, Marco Carmine Foti ha vissuto e studiato a Reggio Calabria dove si è laureato in Ingegneria Civile e specializzato nel settore dei trasporti. Vive e lavora a Genova dove svolge la sua attività professionale prevalentemente nel settore di competenza. Presidente della Commissione “Trasporto Pubblico Locale e Mobilità Sostenibile” dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Genova, è stato più volte selezionato tra gli esperti di riferimento per il MIT.