LAMEZIA TERME – Una folla attenta e partecipe ha accolto il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, giunto a Lamezia Terme per sostenere la candidatura a sindaca di Doris Lo Moro. Un incontro intenso, animato da testimonianze civili e culturali, con al centro il rilancio di una città ferita ma non rassegnata. A moderare il dibattito il giornalista Danilo Monteleone.
Sul palco si sono alternati rappresentanti del mondo culturale e sindacale. Dario Natale dell’associazione Ricrii ha evidenziato il ruolo fondamentale della cultura come presidio di democrazia.
“Per fare cultura abbiamo bisogno delle associazioni culturali – ha esordito Doris Lo Moro – ma oggi mi trovo con strutture pubbliche chiuse, che io stessa avevo lasciato aperte. È evidente che qualcosa non ha funzionato, e da qui dobbiamo ripartire. Gli spazi restano aperti se qualcuno li abita. Ripartiamo dalle strutture e da una collaborazione forte con le associazioni”.
Giuseppe Conte ha rilanciato il tema con forza: “Il tema della cultura in Italia è molto delicato. La cultura non è un problema di lotta di potere, ma bieco tentativo di costruire un’egemonia di potere. La cultura è libero dibattito di idee, è confronto. In Calabria, più che altrove, la cultura è occasione di riscatto sociale. La cultura non ha colorazione politica. La cultura serve a rendere cittadini liberi. La differenza tra chi governa e chi fallisce è nell’ascolto. E oggi chi sta al governo non ascolta. I cittadini lo dicono, i fatti lo confermano. È importante confrontarsi sempre e ascoltare tutti. Dico no ai comitati d’affari dove ci si chiude e non si fanno gli interessi collettivi ma quelli personali. La criminalità organizzata non è solo qui, è dappertutto. È ovunque ci siano soldi e profitto”.
Ampio spazio anche al tema dell’inclusione sociale. Antonio Mangiafave dell’associazione Gedeone ha raccontato il valore della disabilità come risorsa comunitaria, con progetti di integrazione concreta nel territorio.
“Sulla salute mentale – ha sottolineato Lo Moro – siamo molto indietro. Troppe famiglie sono lasciate sole. Ogni disabilità ha una sua strategia per essere colmata e l’inclusione va costruita sul territorio. Su queste cose c’è abbandono e speculazione. Gedeone è la conferma che esistono bellissime realtà, che si fanno tentativi che vanno declinati da persone competenti. Le famiglie oggi sostengono le proprie realtà ma bisogna realizzare realtà strutturali e prospettive per il ‘dopo’”.
Conte ha rilanciato: “L’inclusione non è un favore, è un dovere. E una ricchezza per tutti. Il caregiver familiare deve diventare una figura riconosciuta e sostenuta. Non possiamo lasciare soli i più fragili. Una politica seria deve intervenire per chi è in difficoltà”.
I rappresentanti di CGIL e CISL, Enzo Scalese e Domenico Nicotera, hanno portato al centro dell’agenda le questioni economiche e infrastrutturali. “L’aeroporto di Lamezia è stato sfruttato – ha detto Nicotera – ma cosa è tornato al territorio in termini concreti?”. Lo Moro ha risposto con chiarezza: “Le infrastrutture lambiscono il territorio ma non portano sviluppo. Salvini è venuto con una lista di cose da fare, non è questa la politica che vogliamo fare, noi vogliamo fare una politica con visione. I fondi pubblici devono restare sotto gli occhi dei cittadini. Non devono più finire nelle mani dei comitati d’affari. Io da parlamentare non ho fatto il faccendiere, ho portato avanti il mio mandato guardando a tutto il territorio nazionale e non ho partecipato a comitati d’affari, nè ho dirottato soldi ad amici e parenti”.
Senza giri di parole, l’ex magistrata ha lanciato un monito chiaro contro le infiltrazioni: “Chiamiamole col loro nome: ‘ndrangheta, massoneria, associazioni deviate. Ci sono candidati del centrodestra che hanno distrutto questa città. Tanti hanno abbandonato Mascaro che fino al giorno prima avevano considerato un demiurgo, e si sono messi sotto altri padroni. Io sono rimasta fedele alla trasparenza, alla lotta per il bene pubblico”.
Conte ha chiuso l’incontro con un appello alla partecipazione democratica, anche in vista del referendum: “Chi vi dice di non andare a votare vi vuole sudditi. Noi vogliamo cittadini liberi, consapevoli. La cittadinanza si costruisce anche attraverso la scuola, l’integrazione, la conoscenza della Costituzione”.
Non è mancato un riferimento netto alla crisi internazionale. “Il riarmo voluto dalla Meloni è una follia collettiva. I soldi servono per l’istruzione, non per le armi. Non possiamo ignorare Gaza. Il genocidio in corso ci riguarda tutti. Non possiamo più accettare silenzi. La pace va costruita con coraggio, non con la violenza. Questo genocidio alimenta spirale di violenza in tutto mondo, esempio i due addetti all’ambasciata uccisi a Washington”.
Candida Maione