Non tutti i “cervelli” lasciano la Calabria. Su prestigiosa rivista internazionale l’articolo di due giovani ricercatori lametini

dott. Matteo Aloi – dott. Paolo Zaffino

di Candida Maione
Non tutti i “cervelli” fuggono via dalla Calabria. Ce ne sono tanti, e neanche lo sappiamo, che tengono alto il nome della nostra regione in Italia e all’estero.
Oggi ve ne sveliamo due: Matteo Aloi e Paolo Zaffino, giovani ricercatori lametini dell’Università Magna Graecia di Catanzaro che dopo tanto studio e tanti sacrifici, hanno deciso (e si sono guadagnati il posto) di fare ricerca in Calabria.

Entrambi compaiono tra gli autori di un nuovo articolo scientifico appena pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Journal of Eating Disorders dal titolo: Metacognition and emotion regulation as treatment targets in binge eating disorder: a network analysis study.

Matteo Aloi (primo autore dello studio), è Psicologo-Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale ed Assegnista di ricerca in Psicologia Clinica presso l’U.O. di Psichiatria dell’Università Magna Graecia di Catanzaro; Paolo Zaffino è Ricercatore a Tempo Determinato tipo A in Bioingegneria presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica della stessa Università.

“Il lavoro – ci spiegano – ha avuto come capofila il gruppo di ricerca dell’Ambulatorio di Ricerca Clinica e Terapia dei Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) guidato dalla Prof.ssa Cristina Segura Garcia, Professore Associato di Psichiatria presso l’Università Magna Graecia di Catanzaro.

La ricerca è frutto della collaborazione tra la Scuola di Ingegneria Informatica e Biomedica dell’Università Magna Graecia di Catanzaro (Prof. Carlo Cosentino e Dott. Paolo Zaffino), il Terzo Centro di Psicoterapia Cognitiva di Roma (Dott. Antonino Carcione e Giuseppe Nicolò) e la Cattedra di Psicologia Clinica dell’Università di Palermo (Prof. Gianluca Lo Coco)”.

Lo studio ha cercato di esaminare i costrutti chiave per la psicoterapia dei pazienti con disturbo da alimentazione incontrollata (BED).
“A questo scopo – evidenzia il dott. Aloi – è stato applicato il metodo statistico della Network Analysis per esaminare l’associazione reciproca tra le variabili cliniche e come interagiscono i sintomi alimentari, la metacognizione, la regolazione delle emozioni, la depressione e l’ansia. Un totale di 155 pazienti ambulatoriali con BED hanno completato una batteria di test psicometrici relativi al loro comportamento alimentare, affettività, regolazione delle emozioni e metacognizione. Gli elementi centrali del BED sono risultati essere la difficoltà nel riconoscimento dei propri stati mentali (self-monitoring) e la difficoltà nel controllo degli impulsi, mentre i sintomi affettivi e alimentari sembrano essere marginali. Alla luce di questi risultati, le alterazioni metacognitive e la disregolazione emotiva dovrebbero essere considerate obiettivi importanti per la psicoterapia dei pazienti con BED”.

Il lavoro può essere letto al seguente link: https://jeatdisord.biomedcentral.com/track/pdf/10.1186/s40337-021-00376-x.pdf

“I Disturbi del Comportamento Alimentare – prosegue Aloi – hanno una prevalenza che va dal 0.3-2% nella popolazione generale. Si stima che circa il 10% delle ragazze in età a rischio (tra i 15 e i 25 anni) soffra di un disturbo alimentare “parziale” o “subclinico”, un quadro clinico che non soddisfa tutti i criteri diagnostici, ma non per questo meno grave. Le giovani ragazze e donne sono più colpite, nonostante i casi di DCA nel genere maschile siano in aumento.

Ingresso del centro DCA

Attualmente gli studiosi sono concordi nel ritenere il modello multifattoriale sia il più adatto a spiegare l’insorgenza dei DCA. Tale modello eziopatogenetico comprende fattori predisponenti (genetici, psicologici, ambientali), fattori precipitanti o scatenanti e fattori di mantenimento. Tra i fattori predisponenti vi possono essere, ad esempio, le complicanze gravidiche e i danni perinatali, la presenza di familiari che soffrono o hanno sofferto di un disturbo alimentare, avere una bassa autostima, le difficoltà interpersonali, il perfezionismo, l’insoddisfazione corporea, il desiderio di magrezza e il ricorso alle diete ipocaloriche. I fattori precipitanti sono eventi che possono determinare l’inizio del disturbo in persone che abbiano una predisposizione; possono essere eventi stressanti o traumatici come lutti, abusi, malattie, conflitti familiari, rottura di una relazione importante, cambio di scuola o di città. I DCA sono gravati da importanti conseguenze sulla salute fisica e incidono sulla qualità della vita dei pazienti, è pertanto indispensabile la diagnosi precoce e il trattamento in strutture dedicate”.

L’Ambulatorio di Ricerca Clinica e Terapia dei Disturbi Alimentari dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Mater Domini di Catanzaro è il centro di riferimento regionale per la cura e il trattamento dei DCA.

Con esperienza ormai ventennale, affluiscono al centro da tutta la Regione i pazienti affetti dai DCA più frequenti (Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa e Disturbo da Alimentazione Incontrollata tra i più noti) senza dimenticare gli ultimi disturbi categorizzati come il Disturbo alimentare evitante/restrittivo o quello in via di definizione come l’Ortoressia Nervosa.

Il Centro, inoltre, ha un ambulatorio dedicato ai pazienti affetti da obesità e si occupa del percorso di diagnosi e cura dei disturbi alimentari associati all’obesità e del percorso di chirurgia bariatrica.

Il Centro è attivo su facebook (https://www.facebook.com/Ambulatorio-di-Ricerca-Clinica-e-Terapia-dei-DCA-UMG-Catanzaro-771035142964328) e per accedere ai percorsi di cura è possibile contattare il CUP dell’AOU Mater Domini (0961.789789) o scrivere alla email del Centro (ambulatoriodca.psichiatriaumg@gmail.com).