Lamezia, lettera aperta di Cittadinanzattiva-TDM Lamezia Terme al garante della salute

“Gentilissima prof.ssa Stanganelli, Ci rivolgiamo a Lei, in quanto garante alla salute, perché, colti da un sentimento di crescente sfiducia verso le istituzioni locali e regionali che gestiscono la sanità pubblica nella nostra sfortunata Regione, non sappiamo più a chi rivolgerci. E lo facciamo, come Tribunale per i diritti del Malato della Rete di Cittadinanzattiva di Lamezia Terme, per contribuire al miglioramento, alla qualificazione e alla umanizzazione dei servizi sanitari. Lo facciamo, come volontari di un’associazione che, nel suo statuto , contempla, due precisi obiettivi:

garantire ai cittadini la possibilità di far valere le proprie istanze, fornendo loro accoglienza, ascolto, orientamento e mettendo loro a disposizione strumenti e opportunità per ottenere tutela e protezione dei propri diritti, se lesi;

promuovere la partecipazione civica facendo sì che i cittadini stessi, informati ed affiancati, divengano i protagonisti stessi delle azioni di tutela in ambito sanitario.

Proprio per perseguire tali obiettivi ci prendiamo cura dei problemi che gli utenti ci segnalano, informando, tramite PEC o tramite l’Ufficio Relazioni col Pubblico dell’Ospedale Giovanni Paolo Secondo”, i vertici dell’azienda che sistematicamente ci ignorano. Dare contezza del nostro disagio, a Lei, approfittando della Sua cortesia e disponibilità, ci induce a nutrire qualche speranza di attivazione della comunicazione che non è, ci pare doveroso puntualizzare, una concessione al TDM di Lamezia Terme, la cui azione riteniamo sia utile, ma non indispensabile, qualora le criticità non esistessero o trovassero risposte dirette e non mediate. Purtroppo non è così e lo dimostrano i disagi che l’utenza, tutt’ora, continua a vivere:

il CUP di Lamezia Terme che non riesce a prenotare visite specialistiche ed accertamenti strumentali in tempi decenti (alcune volte superiori ad un anno) o rinviati “sine die” per l’indisponibilità dell’agenda delle prenotazioni;

la possibilità di fruire del servizio in sedi ospedaliere lontane, irraggiungibili dall’utenza, soprattutto quella anziana e fragile, a fronte di un servizio di trasporto pubblico sul territorio da era della diligenza;

l’alternativa al ricorso al mezzo privato, per i costi da sostenere e i disagi da affrontare, consiglia, chi può, di ripiegare sulle strutture sanitarie private, in esponenziale incremento come nel miracolo della moltiplicazione del pane e dei pesci, descritti nei Vangeli;

il pronto soccorso ormai ridotto, per le carenze di organico ad un servizio da infermeria presidiaria in luoghi di conflitto;

i cittadini infartuati che, in alcuni casi, continuano a morire per strada perché non ci sono ambulanze a sufficienza e quelle che ci sono non sono munite di medici e di attrezzature idonee a gestire il primo soccorso;

gli accessi secondari di sicurezza, al Giovanni Paolo Secondo, totalmente divelti da atti vandalici e, comunque, tempestivamente segnalati aspettano di essere ripristinati;

la relazione con l’utenza ancora problematica per carenza di sensibilità comunicazionale di alcuni operatori (non di tutti ad onor del vero), scalfita in modo preponderante nella fase pandemica ma che oggi non avrebbe più motivo di esistere.

Questi sono i punti critici che l’utenza ci segnala e che noi sistematicamente inoltriamo a chi di dovere, che, invece, preferisce rifugiarsi in un ormai consolidato silenzio tombale. E noi, fiduciosi che Lei possa trovare il momento di ascoltarci, preferibilmente in presenza, quando Le sarà possibile, La ringraziamo per la disponibilità e porgiamo distinti saluti”.

Felice Lentidoro Coordinatore territoriale CITTADINANZATTIVA, Fiore Isabella Responsabile TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO Lamezia Terme