L’associazione “Le Città Visibili” cerca refrigerio nella Sila piccola nell’ultima tappa

Mentre le torride temperature soffocano l’Italia tutta, Le Città Visibili cercano refrigerio al fresco della Sila piccola, dove ci danno il benvenuto Marco Garcea, referente di zona delle tappe del Cammino Basiliano e l’eclettico Emiliano Cistaro, oggi in veste di accompagnatore-amico. Appena giunti al Villaggio Buturo Marco Garcea, ci illustra tutti i simboli che possono esserci utili durante le escursioni e ci introduce nel meraviglioso bosco che scopriremo man mano.
Il trekking odierno è contrassegnato come “Anello del fiume Crocchio e Pozza della Marchesa ” – Cammino Basiliano tratto della tappa Wild Gariglione (n. 32) e ci fa addentrare in lussureggianti faggete e, via via, tra pini larici (il cui legname è stato impiegato per la costruzione della Basilica di San Pietro e della nave scuola Amerigo Vespucci e dalla cui resina si ricava la pece utilizzata per calafatare le barche) e abeti nani, che cercano di protendersi verso la luce e trovare il loro spazio vitale all’interno del bosco.

Il Parco Nazionale della Sila è un luogo che vanta l’eccezionale primato dell’aria più pulita d’Europa, che dobbiamo proteggere e salvaguardare, così come la qualità delle acque sorgive che l’attraversano e che, cosa strana per la stagione, scorgiamo qua e là nei freschi torrentelli in cui ci imbattiamo.
Durante il cammino notiamo piccole uova dischiuse di specie ornitologiche che popolano le fronde su di noi, timide fragoline che fanno capolino nel verde, farfalle bianche e farfalle “animalier”, una rara piccola orchidea silana…l’occhio attento di Marco Garcea ci indica dove guardare affinché non ci sfugga nulla. Proseguiamo verso valle, costeggiando il fiume Crocchio chiamato da Plinio il Vecchio “Arocha”, uno dei fiumi anticamente navigabili, e ammirando i pioppi e la splendida vallata fino a raggiungere una profonda pozza d’acqua con cascatella chiamata “della marchesa”, creata dal fiume Crocchio e attorniata da un paesaggio fiabesco.
La cornice si presta ai racconti mitologici e leggendari della sfortunata ninfa Arocha abusata da un pastore e a quelli, documentati, sulla vita della bellissima marchesa Maria Elia De Seta Pignatelli, importante esponente dell’elite socio culturale italiana, definita da Gabriele D’Annunzio “Madonna silana”, che, giunta in Calabria nel 1919, soggiornò a lungo nella nostra regione e qui morì nel 1968, in un tragico incidente sulla strada che da Nicastro giunge a Catanzaro. La casa che fece costruire in questa zona della Sila, con annessa una torre di cui oggi restano i ruderi, comprendeva una chiesa, una villetta, fabbricati vari per scuderie e casette di villeggiatura. Là venivano ospitati personaggi illustri, politici, artisti, scrittori. La villa e la torre finirono distrutte da un incendio nel 1942.
Dopo la piacevole sosta al fresco della pozza e una serie di suggestive foto, rientriamo verso Buturo e sostiamo davanti al pino laricio gigante, il più grande di tutto il percorso. Apprendiamo inoltre che la nostra Sila vanta addirittura, tra le migliaia di specie di insetti ospitati, la presenza di tre specie protette di coleotteri come la Rosalia alpina, Osmoderma Italicum, Cucujus cinnaberinus, bioindicatori per le aree forestali vetuste. Soddisfatti e affamati, ci rifocilliamo, a questo punto, con le succulente pietanze che i ragazzi dell’Associazione “Villaggio Fratta” di Mesoraca ci hanno preparato: affettati e formaggi tipici, risotto ai funghi, parmigiana, trippa, “pipi e patati”, salsiccia, vino e frutta di ogni tipo. In un clima di gustosa e festosa allegria concludiamo la nostra corroborante giornata e torniamo nell’incandescente Lamezia.”

Così in una nota dell’associazione “Le Città Visibili”