Lamezia Terme, nella parrocchia della Pietà incontro sul tema “La vita e il diritto al tempo del relativismo” con il Procuratore Airoma

Nel salone della parrocchia della Pietà di Lamezia Terme ha avuto luogo l’incontro sul tema «La vita e il diritto al tempo del relativismo. È ancora possibile trasmettere ai giovani una civiltà della verità e della giustizia?».
Ad animarlo è stato Domenico Airoma, Procuratore della Repubblica di Avellino e Vice Presidente del Centro studio Rosario Livatino, mentre il parroco, don Emanuele Gigliotti, ha introdotto e moderato gli interventi.
Tra i partecipanti erano presenti il Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme, il dottor Salvatore Curcio; il Procuratore facente funzioni della Repubblica di Catanzaro, il dottor Vincenzo Capomolla; i Comandanti della compagnia e della stazione dei Carabinieri di Lamezia Terme, il Maggiore Christian Bruscia e il Maresciallo ordinario Giancarlo Scibetta e il Presidente del Consiglio comunale di Lamezia Terme, l’avvocato
Giancarlo Nicotera.
Dopo aver delineato lo stato attuale della società e della democrazia con riferimenti concreti al significato della vita e della famiglia, e con esempi legati alla sua esperienza professionale, il Relatore ha individuato alcuni ambiti partendo dai quali si può oggi fare opera di rivitalizzazione della società: la dimensione spirituale dell’uomo, il riferimento verticale ai valori trascendenti, il mistero di Dio che abita l’uomo, il discernimento attento della realtà umana e sociale in cui si vive. Si tratta di un’opera improrogabile, dal momento che, con le sue stesse parole, «la natura non ammette vuoti, soprattutto nei giovani, e pertanto questi vuoti vanno riempiti bene: occorre creare “spazi” e “ambienti” dove i giovani possano trovare senso, valori e modelli di vita».
Il Relatore si è inoltre soffermato sulla testimonianza del giudice Rosario Livatino, dichiarato beato dalla Chiesa Cattolica – e per il quale è da poco cominciato l’iter ecclesiale per il riconoscimento di patrono dei magistrati – e dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Tutt’e tre martiri della giustizia semplicemente per aver compiuto con professionalità e coerenza il loro dovere ordinario.
Il pubblico presente in sala ha partecipato attivamente con numerosi interventi, così che gran parte del tempo è trascorsa in forma dialogica. Il Relatore è stato omaggiato con due doni, uno da parte della parrocchia, l’altro della Presidenza del Consiglio Comunale di Lamezia Terme.