Mons. Parisi incontra la stampa: “L’umanità della mediazione, questo è il compito del giornalista”

“Vi ringrazio per il sevizio che rendete alla collettività. So bene il ruolo e conosco bene il compito del giornalismo”.

Ha esordito così il nuovo vescovo della Diocesi di Lamezia Terme mons. Serafino Parisi, all’incontro questa mattina in seminario con gli operatori della comunicazione, accompagnato dall’Ufficio delle Comunicazioni Sociali Saveria Maria Gigliotti e Salvatore D’Elia.

“Ormai mi ricordo quando qualche anno fa si parlava del futuro della carta stampata. Mi ricordo che si diceva che non ci sarebbe più stato bisogno del giornalista, perché i social sostituivano i giornali e che le notizie sarebbero circolate in tempo reale. Ecco questo è un modo per parlare della giungla del giornalismo, perché in realtà il giornalista è una figura insostituibile”.

Mons. Parisi, giornalista anche lui, ha voluto portare l’esempio della persona malata che per sapere qualcosa della sua malattia va su internet per trovare delle risposte. “Il dramma qual è?” dice il pastore “Che il malato non solo decide di curarsi da solo, ma pensa anche di essere diventato un medico”.
“Ecco, il discorso è lo stesso per il giornalismo. Sui social tutti si sentono giornalisti. Io sono convinto che il ruolo del giornalista debba almeno puntare su due pilastri: il primo è quello delle verifica della verità perché c’è semplicemente un accadere delle cose che ha bisogno necessariamente, per essere raccontata, di una interpretazione e il ruolo del giornalista è quello di essere un interprete, e deve avere l’onestà intellettuale di far trasparire ciò che è accaduto davvero”.

“Il secondo pilastro – ha proseguito – è il rispetto della persona umana. Questo dovrebbe essere quel termine al di là del quale è impossibile andare. La notizia va data tenuto conto del rispetto dela persona, nella verità e nell’attenzione alla persona.

Il mezzo freddo del social questo non lo potrà mai fare. Il social è interessante, utile, ma alla domanda ‘ci sarà ancora spazio per i giornalisti’ la risposta è che fare il giornalista ha ancora senso perché c è bisogno di quella mediazione umana che nessun mezzo freddo può dare.

Mitigare la brutalità del mezzo con l’umanità della mediazione. Questo mi sento di augurare a ciascuno di voi”.

Appuntamento pomeriggio alle 18 per l’ingresso ufficiale in Diocesi del nuovo pastore lametino.

Candida Maione