L’Associazione “Le Città Visibili” in visita all’Abbazia Benedettina di Lamezia

Il tempo può ingannarci nel suo lento scorrere ma la storia, attraverso i reperti archeologici, continua a parlarci di un tempo che fu, fatto di eventi importanti, di compromessi, di tradimenti, di correnti filosofiche e di dottrine religiose capaci di dar vita a chiese e conventi davvero imponenti.
I loro ruderi ancora oggi ci stupiscono perché capaci di sfidare le avversità naturali e l’incuria dell’uomo.
La città di Lamezia Terme ha dei tesori che la terra ha custodito e che sapienti mani di esperti cercano di riportare alla luce per essere studiati e poi ammirati. L’Associazione “Le Città Visibili” nella persona del presidente, dott.ssa Anna Misuraca, ha organizzato una visita guidata all’Abbazia Benedettina per sabato 30 luglio 2022, con il patrocinio non oneroso del Comune e la guida dell’assessore alla cultura del Comune di Lamezia Terme, dott.ssa Giorgia Gargano.
Dal racconto della Gargano, semplice, pacato ed esaustivo, emerge un passato militarmente ed economicamente importante per tutto il territorio lametino. L’Abbazia, la cui costruzione fu fortemente voluta da Roberto il Guiscardo nel 1062 per soddisfare la volontà della Santa Sede a latinizzare un territorio già bizantino, divenne presto un importante punto di riferimento culturale, religioso e politico per tutta la Calabria.

Roberto il Guiscardo affidò, come risulta da documento storico, la costruzione e il successivo controllo della struttura all’abate Roberto di Grandmesnil.
Il racconto della prof.ssa Gargano continua con la descrizione di questa struttura certamente imponente, unica e importante per tutto il territorio: tecniche di costruzione all’avanguardia, capitelli, marmi policromi, scorci di affreschi. Aggiunge, inoltre, che proprio questa Abbazia, fra le tante coeve sorte nel territorio di Calabria, fu la sede preferita da Roberto il Guiscardo tanto da trascorrevi lunghi periodi di riposo e da sceglierla come idonea sede per la sepoltura della madre Fredesenda. Si spera che, aggiunge la Gargano, presto lo Stato finanzi nuovi fondi per riavviare gli scavi e portare alla luce nuovi tesori, ora nascosti da metri di terra, di ciò che resta dell’Abbazia.
La descrizione dei particolari del luogo è stata sempre toccante e “garbata” al punto da farci rivivere e immaginare la grandiosità del luogo, l’imponenza della navata centrale, la luminosità delle navate laterali, la sontuosità dell’altare, il silenzio del Chiostro con il lento incedere dei frati e il loro aggirarsi tra i solchi di erbe aromatiche o intorno a un ipotetico pozzo, per poi ritirarsi nel monastero e dedicarsi alle attività ivi comprese. Questo pomeriggio è stato un importante tuffo nel passato, molto scorso nel tempo, ma reso presente e vivo dalle parole della Gargano, dalla sua squisita capacità di coinvolgere tutto il gruppo con un susseguirsi di parole e di eventi storici sempre più interessanti.
Grazie a lei e grazie al nostro presidente che ci ha permesso di conoscere e apprezzare un sito che è parte della nostra storia.