“Calabria all’infanzia. Teatro in vetrina”. Tre giorni di formazione dedicati al teatro per ragazzi

LAMEZIA. “Calabria all’infanzia. Teatro in vetrina”. Questo il nome dell’iniziativa che dal 21 al 24 settembre prossimi avrà luogo a Lamezia Terme con la partecipazione del critico teatrale Mario Bianchi e dell’attore e regista Roberto Anglisani. Finalità dell’iniziativa è quella di “confrontarsi sull’importanza del teatro per le nuove generazioni. Il teatro praticato e fruito è per i giovani e per gli insegnanti un importante strumento di crescita e confronto”.

Lo ribadiscono gli esperti promotori della tre giorni formativa che creeranno un focus su diverse tematiche come “le caratteristiche di chi si rivolge ai ragazzi con il teatro; le metodologie utilizzate dal ‘teatro ragazzi’ per avvicinarsi a giovani e giovanissimi; la necessità del teatro per l’infanzia”. Sono solo alcuni dei punti cardine su cui verteranno le tre giornate di condivisione e scambio culturale.

Mario Bianchi sarà al Chiostro di San Domenico venerdì 22 settembre alle 18 per aggiornare gli insegnanti e i genitori sulla propositività del ‘teatro ragazzi’.

La mattina di giovedì 21 alle 10 al Teatro comunale Grandinetti è previsto lo spettacolo “Topo Federico” di e con Roberto Anglisania cura di Teatrop. Sabato 23 dalle 16 alle 19, al Piccolo di Teatropin via Marconi, si terrà l’incontro sul tema “Incontro con le realtà regionali impegnate nel settore per scambi di idee sulle difficoltà e sulle prospettive del teatro ragazzi in Calabria”. (In collegamento Gessica Carbone, segretario generale di Assite).

A promuovere e organizzare le tre giornate con Bianchi e Anglisani è la compagnia lametina Teatrop fondata da Piero Bonaccurso, artista eclettico e poliedrico nella metà degli anni Settanta. La compagnia è ideatrice e promotrice di molteplici performance teatrali e format culturali che già da diversi anni hanno superato i confini calabresi per conquistare ampie e qualificate ribalte nazionali. Teatrop, di cui è direttore artistico Pierpaolo Bonaccurso, è riconosciuta come impresa di produzione teatrale finanziata con fondi ministeriali e della Regione Calabria. Tra le tante rassegne prodotte c’è il festival di teatro in strada “Teatroltre” che proprio nei giorni scorsi ha festosamente invaso le strade di Lamezia con il coinvolgimento di migliaia di spettatori.

La tre giorni “Calabria all’infanzia” rientra nel progetto Ama Teatro 2.0 finanziato dalla Regione Calabria.

Mario Bianchi, nato a Varese, è autore, regista, animatore e critico, si occupa da tempo di teatro. Fondatore del Teatro Gioco-Evento, ha lavorato per diversi anni (1975-1979) come redattore di “Radio Como”, collaborando all’ideazione di vari programmi. Nel 1977 fonda con Dario Tognocchi il Teatro Città Murata. Particolarmente interessato alla spettacolarizzazione totale come potenzialità del sogno, agisce soprattutto nel campo della performance intesa come atto teatrale ed evento irripetibile. Porta avanti il suo personale discorso sulla spettacolarità totale con interventi mirati ad ambienti particolari. Inventa e progetta manifestazioni teatrali e spettacolari di grande impatto popolare e inventiva, realizza percorsi spettacolari nei teatri di tradizione. Grazie alla sua cineteca composta di quattromila cassette e duemila dvd è autore di video-montaggi tematici. Negli ultimi anni si è soprattutto dedicato al teatro per ragazzi e alla narrazione con interventi critici, creazione di rassegne e spettacoli.

Roberto Anglisani inizia la sua carriera artistica a Milano, nella Comuna Baires dove riceve l’imprinting teatrale basato sul principio che l’attore deve essere un portatore di verità in scena. Comincia così il suo percorso di studio del Metodo Stanislawskj. Lo studio di questo metodo è ampliato con esperienze di training fisico insieme ad attori di Grotowsky. Affina la sua formazione con maestri come Raul Manso (Studio dell’Attore – Milano) e Dominic De Fazio (Actor’sStudio – New York). Intorno alla metà degli anni Ottanta Roberto Anglisani incontra Marco Baliani e lavorando con lui, trova nel linguaggio della narrazione teatrale la possibilità di mettere a frutto le esperienze fatte durante la sua formazione. Da una parte il lavoro sul corpo e la sua espressione, dall’altra il lavoro sensoriale e quello sul mondo interiore del personaggio. Anglisani dà vita ad una narrazione teatrale che ricorda il cinema. Le sue parole, i suoi gesti evocano nello spettatore immagini tanto concrete da poter essere paragonate ad un film.