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Lamezia, concluso all'Istituto comprensivo Ardito Don Bosco il progetto "In riga in internet: una regola salva la vita"
Attualità

Lamezia, concluso all’Istituto comprensivo Ardito Don Bosco il progetto “In riga in internet: una regola salva la vita”

12 Apr 2025
redazione Corriere di Lamezia
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Nei giorni scorsi nell’aula conferenze dell’Istituto comprensivo Ardito Don Bosco di Lamezia Terme, alla presenza della dirigente, Margherita Primavera, dei docenti interessati e degli alunni, ha avuto luogo la manifestazione di chiusura del Progetto “In riga in internet: una regola salva la vita” promosso da Meter, in collaborazione con Vivere In, associazioni che da anni svolgono attività di promozione e sensibilizzazione nelle scuole su un tema molto delicato quale è l’abuso. Il percorso progettuale, inserito nelle attività del servizio diocesano per la tutela dei minori e adulti vulnerabili e godendo del patrocinio del comune di Lamezia Terme, ha visto la partecipazione di don Francesco Benvenuto, membro di questo servizio, dell’assessore comunale alla cultura, Annalisa Spinelli, e del Presidente del Consiglio Comunale, Giancarlo Nicotera.

L’iniziativa, nata per contrastare i pericoli emergenti che derivavano da un utilizzoimproprio o non accompagnato di internet da parte di minori, ha assunto nel corso degli anni, attraverso l’intensificarsi delle comunicazioni digitali, una consapevolezzanuova che porta chiesa e società civile, a lavorare sinergicamente insieme per contrastare tali problematiche.

Educare all’utilizzo del Web, quale luogo di possibili pericolose esperienze, risulta attività indispensabile, per accompagnare fragilità e potenzialità, che in questo tempo di continuo progresso tecnologico vanno costantemente a braccetto. L’utilizzo di Internet da parte dei più giovani, è fonte di grande preoccupazione. La consapevolezza è che, molto spesso, non basta il controllo da parte degli adulti perscongiurare condivisioni di contenuti privi di filtri o incontri nelle varie piazze virtuali, che molte volte si trasformano in vere e proprie trappole.

La strada per salvaguardare i minori deve sempre partire da una corretta informazionee da un uso consapevole di internet. Un dialogo franco e corretto, dove ascolto, attenzione e fiducia devono essere le coordinate per una buona riuscita dell’azione educativa.

Promuovere la cultura della sicurezza in questo campo, significa imparare a conoscereil mondo di internet, ad avere un codice di auto regolamentazione e adottare strategie di non adescamento, imparando a come comportarsi sulle autostrade virtuali, con la consapevolezza che il computer è un oggetto; tutto dipende da come si conduce il gioco. Gli alunni/e della classe III E, attraverso incontri formativi e attivitàlaboratoriali, hanno fatto tutto questo, vivendo ogni esperienza ed attività con responsabilità e interesse.

Protagonisti nella manifestazione conclusiva hanno presentato, attraverso una raccoltadi informazioni e una serie di interviste coinvolgendo le classi III A e III B, alcuni docenti e collaboratori, un articolato video che ha racchiuso le peculiarità della scuola e dell’attività proposta, una interessante monitoraggio, attraverso la somministrazione erielaborazione di un questionario e la presentazione di un corto, sempre preparato ed animato dai ragazzi, che ha saputo ben documentare la problematica affrontata.

Saper riconoscere i segnali di abuso e rafforzare la rete di protezione devono essere i primi frutti dell’impegno affrontato e sui quali saper costruire tutto il resto, con l’intento di rompere il muro di inadeguatezza e di omertà che condanna tanti minori ad esperienze angosciose, ferendone senza rimedio la loro crescita. Le responsabili lametine Annalisa Gioiello e Maria Rita Di Cello, impegnate nel percorso proposto, considerati gli input dati agli alunni nel corso dell’esperienza progettuale, hanno espresso grande soddisfazione per gli output consegnati a conclusione dei laboratori, rivolgendo un sincero plauso alla dirigente ed alle docenti delle classi interessate dal progetto, Danila Benincasa e Rosetta Gambarani, per come hanno supportato l’intero percorso di sensibilizzazione, contribuendo in modo fattivo sulla riuscita dell’esperienza progettuale.

Nota a cura del Movimento Vivere In di Lamezia Terme.


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